Perché non ti occupi della fine dell’arte?, mi suggeriscono dalla redazione. Il caso, in effetti è assurdo: l’ufficio federale per i beni patrimoniali di Berlino ha rimosso la statua della Venere dei Medici, copia bronzea del primo Settecento di un’opera custodita agli Uffizi, in quanto il nudo sarebbe sessista. Aridagli con la storia del sessismo: ma non era finita la sbornia? Macché, siamo in piena ebbrezza anti-sessista: ormai è tutto sessimo, anche regalare un fiore. E se fai un complimento sei equiparato a uno stupratore.
Ma poi mi chiedo: se dovessimo applicare in tutto il mondo dell’arte il criterio usato per la Venere di Berlino che succede? Al Museo d’Orsay dovrebbero togliere il Déjeuner sur l’herbe di Manet. E pure l’Olympia. E al Prado dovrebbero nascondere la Maja Desnuda di Goya. E delle statue del Canova che ne facciamo? Le mandiamo direttamente nella discarica del sessismo? E già che ci siamo, per par condicio di genere, mettiamo i mutandoni al David di Michelangelo? Nel 2016 fece scandalo l’idea del governo di coprire le statue nude dei Musei capitolini in occasione della visita del presidente iraniano. «Non si può cancellare la nostra arte per rispetto a un Paese islamico», si disse allora. Adesso facciamo di meglio: cancelliamo la nostra arte e senza nemmeno rispettare nessuno.
Stavo quindi meditando di scrivere la rubrica su questo tema, quando ho letto un’altra suggestione che mi ha stuzzicato. Perché non parli delle proposte di legge dei parlamentari?, mi suggerisce il nuovo nume. In effetti in questa legislatura deputati e senatori hanno presentato 3.300 proposte (2.120 alla Camera e 1.200 al Senato). Dove sono? Ferme. Per 2.400 non è mai iniziata la discussione. Per 400 non c’è stata nemmeno l’assegnazione alla commissione, per le altre sì, ma dormicchiano in qualche cassetto. Tanto si sa che ormai le uniche leggi che passano sono quelle che vengono proposte dal governo. I peones possono rassegnarsi.
D’altra parte va detto che non ci perdiamo molto. Sono andato a spulciare fra i progetti di legge che languono in attesa di un via libera. Ci sono proposte fondamentali come quella per istituire la giornata nazionale della sartoria (ci mancava, in effetti) o la giornata nazionale del panettone (non ho trovato il pandoro: discriminazione?); ci sono le proposte per disciplinare l’eco-spiritualità e il turismo motoristico, e persino quella per cambiare il nome della Camera dei deputati, in modo che diventi Camera delle deputate e dei deputati. Voi capite che se le proposte sono quelle, beh, forse è meglio lasciarle dormire…
Tema interessante anche questo, si capisce. Ma a questo punto però mi sono scoperto indeciso. Che faccio? Mi occupo delle proposte di legge assurde dei parlamentari? Oppure del ritorno della cancel culture applicata all’arte? Oppure di uno degli altri temi che mi sono stati suggeriti come il superbonus (un grande classico) o le scuole di Prato dove ormai non si parla più italiano? Vi confesso che sono andato in confusione.