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Cuciniamo Insieme: involtini dell’Etna

Cuciniamo Insieme: involtini dell’Etna

Li abbiamo chiamati così perché sono una ricetta sicilianissima che noi abbiamo appena un po’ semplificato e dove però c’è una protagonista, che apparentemente sta in subordine, ma è essenziale: l’arancia. E nella piana dell’Etna proprio sotto ‘a muntagna, come la chiamano a Catania, ci sono alcuni dei più floridi e aulenti agrumeti dell’isola. Troverete altri ingredienti che profumano di sicilianità. E’ un secondo molto gustoso, succulento, da servire al tramonto.

Ingredienti –

Otto fette di arista di maiale (in totale 800 gr)

80 gr di pangrattato

un mazzo consistente di prezzemolo

un’arancia

quattro cucchiai di uva sultanina e 4 di pinoli

8 filetti di acciughe dissalati o sott’olio

8 foglie di alloro

sale

pepe

olio extravergine di oliva qb.

Preparazione – Tritate finemente il prezzemolo, spianate con il batticarne sottilmente le fette di arista e poi dividetele in due e salatele e pepatele, tritate finemente il prezzemolo, mette in ammollo in acqua tiepida l’uva sultanina. In una padella tostate i pinoli e teneteli da parte. Nella stessa padella ungendola bene con l’extravergine fate tostare a fuoco moderato il pangrattato, quando è croccante aggiungete i pinoli, il trito di prezzemolo, l’uva sultanina ben strizzata grossolanamente tritata e i filetti di acciughe anch’essi sminuzzati. Fate prendere calore e amalgamate bene il composto. Ora stendete un po’ di composto su ogni mezza fetta di arista e avvolgetela a mo’ d’involtino. Spremete l’arancia. Sistemate in una pirofila da forno che avrete unto con l’extravergine i 16 involtini inframmezzandoli con le foglie di alloro. Aggiustate di sale e di pepe e se serve anche con un giro di extravergine a crudo. Irrorate con il succo dell’arancia e infornate a 190/200 gradi per circa 20 minuti. 

Come far divertire i bambini – Fate sistemare a loro nella pirofila gli involtini. 

Abbinamento – Noi abbiamo scelto un rosato etneo fatto con Nerello Mascalese e Nerello cappuccio. Vanno bene tutti i rosati d’Italia, anche spumanti, purché ben minerali.

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