Il caso Garlasco, le cugine Cappa e il ritorno del caos: silenzi, ambizioni e nuove rivelazioni
Sembravano scomparse dalla scena, le cugine Cappa. Dopo anni di silenzio, la loro immagine ritorna prepotente, trascinando con sé voci, sospetti e frasi mai dimenticate. Stefania, la più fragile, evocata da un testimone come sconvolta e con un borsone tra le mani il giorno del delitto. Paola, la più impetuosa, protagonista di messaggi vocali in cui evoca milioni in cambio della verità e insulta stampa e magistrati con toni accesi.
Il loro ruolo in questa storia è sempre stato ambiguo, di confine. Non sono mai state formalmente indagate, eppure il loro nome riemerge a intervalli regolari, come un’eco. Prima erano le cugine della vittima, poi le testimoni-chiave, quindi presenze marginali. E ora, di nuovo, al centro. Tra chi le ricorda a cercare attenzione nel pieno del clamore mediatico, con look appariscenti e dichiarazioni taglienti, e chi oggi le ascolta nelle registrazioni diffuse con voce e tono completamente diversi, maturati forse dal peso degli anni e dei segreti.
Ieri, a distanza di 18 anni, la loro ombra è tornata più concreta che mai. Non per un’inchiesta ufficiale, ma per le parole di “Carlo”, il testimone che racconta di pressioni ricevute, incontri sospetti e una donna di Tromello che vide Stefania agitata, mai vista prima in quella casa. Non un alare, come riportato altrove, ma qualcosa di pesante gettato in un fosso. Indizi deboli? Forse. Ma capaci di riaprire vecchie ferite e vecchie domande.
Chi sono le cugine Cappa: da allora a oggi
Paola e Stefania Cappa, cugine di primo grado di Chiara Poggi, sono figlie di Mariarosa Poggi, sorella del padre di Chiara. All’epoca del delitto, nell’estate del 2007, avevano poco più di diciotto anni. Stefania ha proseguito gli studi in Giurisprudenza, si è laureata e oggi lavora come avvocata nello studio di famiglia, Cappa & Partners, fondato nel 2014 dal padre Ermanno Cappa. Nel 2017, ha sposato Emanuele Arioldi, figlio di “Annina” Rizzoli e del campione di equitazione Roberto Arioldi. Paola, invece, ha intrapreso una carriera nel mondo della comunicazione digitale, diventando food blogger e vivendo tra Milano e Ibiza.
Nel 2007, la loro presenza mediatica fu notevole: crearono un fotomontaggio con Chiara, affisso sul cancello di casa Poggi, e rilasciarono diverse interviste. Tuttavia, con il passare del tempo, si allontanarono dai riflettori. Recentemente, nuove indagini hanno riportato alla luce elementi che le coinvolgono indirettamente: un supertestimone ha riferito di aver visto Stefania agitata con un borsone il giorno del delitto, mentre messaggi vocali di Paola suggeriscono la possibilità di rivelazioni future in cambio di denaro.
Altre novità recenti
Le indagini sul delitto di Garlasco hanno recentemente portato alla luce nuovi elementi. La Procura di Pavia ha acquisito una serie di messaggi SMS inviati anni fa da Paola Cappa a un suo amico di Milano. Tra questi, ne emergerebbe uno in particolare riferito ad Alberto Stasi. Inoltre, è stato dragato un canale di Tromello, nei pressi della casa dove un tempo viveva la nonna delle cugine di Chiara, le gemelle Stefania e Paola. Gli inquirenti hanno trovato diversi oggetti, fra cui un martello.
A complicare tutto, l’assenza di Andrea Sempio agli interrogatori in procura e le telefonate inedite della madre che parlano di verità taciute, di liti familiari mai raccontate, di un paese che – ancora oggi – non crede davvero alla colpevolezza di Alberto Stasi. E intanto, gli audio di Paola Cappa scorrono: «Voglio essere pagata fior di milioni… però dirò tutto». Un’eco che suona più come un monito che come una confessione.
Garlasco, oggi, è di nuovo intrappolata in una storia che non vuole finire.