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Il valore aggiunto degli «Umarell»

Sono i pensionati che si affacciano sui cantieri osservando e commentando il lavoro degli operai. Un Comune brianzolo li ha intercettati. E messi al lavoro per il bene collettivo.

Quante volte abbiamo sentito dire da diverse persone, uomini e donne, in prossimità dell’età pensionabile: «E dopo cosa farò? Come passerò le mie giornate? Mi fa paura l’idea di ritrovarmi ai giardinetti». Spesso il passaggio dal lavoro alla pensione, soprattutto per chi ha lavorato con passione, con dedizione, con competenza, facendo sacrifici per arrivare ad avere una posizione di riguardo, può essere traumatico e in alcuni casi lo è fino a provocare fenomeni di abbattimento morale, psicologico e soprattutto di disorientamento. Passare, dall’oggi al domani, da avere le giornate impegnate a trovarsi totalmente slegati da qualsiasi impegno, se non quelli familiari o legati a qualche hobby, spesso non è un passaggio facile. Va detto, per completezza, che qualcuno, viceversa, vive quel giorno come il 25 aprile della sua vita, il giorno della liberazione. 

Uno dei fenomeni che caratterizzano questi pensionati è, da non molti anni, denominato umarell e, nell’edizione del 2021 del vocabolario Zanichelli, viene definito così: «Pensionato che si aggira, per lo più con le mani dietro la schiena, presso i cantieri di lavoro, controllando, facendo domande, dando suggerimenti o criticando le attività che vi si svolgono». ì A chi non è capitato di vedere questi simpatici soggetti aggirarsi nei dintorni dei cantieri in piedi, magari seduti sulla bicicletta, qualche volta solitari, qualche altra volta formando dei veri e propri capannelli visti i quali i lavoratori cadono nello sconforto e nella disperazione perché sanno cosa li sta aspettando: critiche, rimbrotti, suggerimenti non richiesti e, soprattutto, commenti circa il tempo che utilizzano i lavoratori a compiere il loro lavoro che, secondo gli umarell, è sempre troppo: «Dai, forza, io avrei già finito da un quarto d’ora!». 

Le risposte dei lavoratori spesso non arrivano per rispetto nei confronti di queste persone anziane ma, qualche volta, qualcuno sbotta pensando di mettere a tacere l’umarell che, al contrario, a quel punto si sente contraddetto, talora sbeffeggiato e, avendo molto tempo a sua disposizione, non gli par vero di iniziare una discussione (spesso, essendo un po’ sordi per l’età, non si rendono conto che parlano a voce altissima, irritando ulteriormente i poveri destinatari dei consigli non voluti). Personalmente mi sono fermato varie volte, tenendomi un po’ discosto, ad ascoltare, e ho riso non solo durante questi dialoghi surreali, ma anche una volta tornato a casa e, ripensandoci, ho riso a crepapelle perché, in fondo, sono certo che le intenzioni di questi umarell non sono mai cattive, non vogliono offendere ma, un po’ per il tempo libero che non gli manca, un po’ perché non sanno cosa fare, pensano di rendersi utili dando consigli su questo e su quello, magari qualcuno ha fatto veramente quel lavoro in vita sua e sa di che parla, ma non mancano coloro che di tutto ciò non sanno nulla e comunque si sentono in dovere se non altro di spronare questi poveri lavoratori. 

Ora, dobbiamo dire che molti pensionati sono sprecati perché potrebbero rendersi utili alla collettività svolgendo lavori anche non retribuiti come quelli che, all’uscita delle scuole, vigilano sui bambini che devono attraversare la strada, solo per fare un esempio, ma moltissimi altri potrebbero essere i campi in cui la loro esperienza, la saggezza maturata in una vita e, magari, la loro generosità potrebbero essere utilizzati a fini pubblici. Basterebbe avere un po’ di fantasia. 

Il municipio di Villasanta, un comune della Brianza, ha istituito un bando per gli anziani che permetterà loro di monitorare i lavori pubblici, la pulizia delle strade e dei marciapiedi, il taglio dell’erba. Gli umarell di Villasanta sono sparsi per l’intero territorio, lavorano da soli e non in gruppo, non hanno un orario preciso e prendono appunti su quaderni o block notes per poi riferire a chi di dovere. Il sindaco Lorenzo Galli li ha definiti «Sentinelle» che «non interferiscono con i cantieri. Guardano, segnalano e aiutano. Il nostro valore aggiunto è che le loro osservazioni hanno una base tecnica» in quanto sono diplomati o laureati in materie tecniche e affini. L’iniziativa, che si chiama «Progetto umarell», ha coinvolto per ora otto volontari che sono, di fatto, al servizio del comune di meno di 15 mila abitanti e lo fanno per conto dell’ufficio Lavori pubblici. Scherzando e dimostrando un grande senso dell’umorismo si sono autodefiniti «L’armata Brancaleone degli umarell». Ad avercene di armate Brancaleone come questa. Cari umarell di Villasanta, purtroppo quelle armate ci sono e ricoprono anche dei ruoli istituzionali di alto livello, mentre voi svolgete un bel compito e complimenti al sindaco e alla giunta per questa idea creativa e fantasiosa. E utile.

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