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La Juventus è in Champions League (ma la stagione rimane negativa)

La Juventus è in Champions League (ma la stagione rimane negativa)

La Juventus si è qualificata alla prossima Champions League. Battuto il Venezia, ma quanta fatica. Il bilancio della stagione rimane negativo anche con il pass per l’Europa che conta

La Juventus giocherà la prossima Champions League. Traguardo raggiunto, ma che fatica per i bianconeri che hanno camminato sul filo del fallimento fino all’ultimo istante di una stagione da dimenticare. E’ sufficiente un dato: nell’ultimo turno, quello della sofferta vittoria a Venezia, per 35 minuti è stata la Roma ad occupare il quarto posto che valeva il pass per l’Europa che conta. Buon per la Juventus che lo scatto decisivo è stato di Locatelli, dal dischetto del rigore. Un penalty conquistato da Chico Conceiçao, uno che quasi certamente non farà parte della Juventus del futuro nonostante sa costato tanto per portarlo a Torino con la formula del prestito.

Tudor ha portato a termine la missione per la quale è stato richiamato a Torino quando tutto sembrava perduto. Non sarà confermato, il suo destino pare segnato, ma sono tanti alla Continassa a doverlo ringraziare. Restare fuori dalla Champions League avrebbe aperto un buco di un centinaio di milioni di euro rendendo difficile il processo di ricostruzione. I soldi, ora, ci sono. Le idee, si spera, saranno più lucide rispetto a quelle che hanno accompagnato la scorsa estate che è stata quella della narrazione dell’apertura del nuovo ciclo, dell’azzeramento dell’anti-calcio Allegri e della liberazione.

Le sue parole post gara a Venezia aprono una crepa nelle certezze della Juventus su come gestire il momento dell’addio. Giuntoli ha garantito che sarà in panchina nel Mondiale per Club, lui no: “Il mio futuro si deciderà prima del Mondiale per Club. Non sarebbe serio per me e per nessuno andare al Mondiale con un allenatore non confermato…”.

Post scriptum: i 70 punti conquistati alla fine di questo campionato sono meno dei 71 di un anno fa e dei 72 (sul campo) della stagione della penalizzazione e dell’azzeramento del management. Sono pari al primo anno dell’Allegri-bis, ma nel frattempo c’è stato un mercato pesantissimo, investimenti che solo il Napoli si è potuto permettere riuscendo, però, a raccogliere il suo obiettivo.

Juventus in Champions League ma la stagione non è positiva

Una stagione con pochi alti e molti bassi, raddrizzata quando stava scivolando pericolosamente su un piano inclinato. L’arrivo di Igor Tudor in panchina è stato il momento della svolta, ha restituito intensità e pragmatismo a una squadra che da mesi si era abituata a giocare quasi senza considerare la vittoria come obiettivo imprescindibile. Dal calcio elaborato di Thiago Motta alla verticalità del croato che, per amore dei colori bianconeri, ha accettato la scomoda posizione di traghettatore e ha completato la sua missione.

Servivano 18 punti in 9 giornate per aggrapparsi alla Champions League e 18 punti sono arrivati. Ansimando, rischiando di scivolare e facendo ricorso a tutte le risorse comprese le parate di Di Gregorio e i gol di chi quasi certamente saluterà come Kolo Muani (8 reti da gennaio in poi), uno dei simboli del mercato pieno di controsensi firmato da Cristiano Giuntoli. Comunque sia andata a finire, il giudizio sulla prima sua stagione piena da capo dell’area sportiva della Juventus è insufficiente.

Anche dimenticando i problemi della convivenza con Allegri di un anno fa, l’ex direttore sportivo del Napoli – sbarcato a Torino con pieni poteri consegnati dalla proprietà Exor – ha avuto carta bianca per disegnare un progetto subito competitivo. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: acquisti costosissimi che hanno deluso (Koopmeiners, Douglas Luiz su tutti), prestiti onerosi che sono stati a lungo la spina dorsale della squadra, investimenti ben oltre 200 milioni di euro solo in parte dalle cessioni. Una delle quali, Huijsen in Premier League per poi dover correre a firmare Kelly mentre il giovane talento spagnolo andrà al Real Madrid, è impossibile da digerire per qualsiasi tifoso o critico.

Il futuro della Juventus: Conte e nuovi equilibri

Ora il futuro, che inizierà dopo il Mondiale per Club. La suggestione porta il nome di Antonio Conte sulla cui partenza da Napoli sono in molti a scommettere. Scappato nell’estate 2014 e da allora condannato all’esilio dalla Real Casa, l’uomo che ha avviato la stagione dei nove scudetti consecutivi è pronto a rientrare. Un’iniezione di juventinità indispensabile dopo mesi di relativismo e confusione, un inverno in cui la parola d’ordine è stata che vincere non era l’unica cosa che conta e, forse, non contava nemmeno troppo.

Conte porta in dote anche la necessità di un altro mercato imponente. Giuntoli ha fallito nel 2024, immaginare che sia lui da solo a gestire il nuovo rilancio di John Elkann significa ignorare quanto accaduto in questa stagione. Non è da escludere un rimpasto alla Continassa, che non significa necessariamente la caduta di qualche testa (le dimissioni di Calvo sono scollegate dall’andamento dei risultati di campo), ma di certo porta a considerare che alcuni equilibri verranno modificati. Il nome che gira è quello di Giorgio Chiellini: non è detto voglia mettere la sua faccia sul progetto di altri, ma avvicinarlo allo spogliatoio sarà di sicuro una buona idea.

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