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Garlasco, le dichiarazioni inedite del supertestimone: «Io diffamato dall’avvocato dei Poggi. Ho detto la verità»

Garlasco, le dichiarazioni inedite del supertestimone: «Io diffamato dall’avvocato dei Poggi. Ho detto la verità»

Il supertestimone del delitto di Garlasco ha deciso di mostrarsi in volto per la prima volta: ecco cosa ha raccontato

Si chiama Gianni Bruscagin l’uomo che ha deciso di uscire dall’anonimato e mostrarsi pubblicamente come il cosiddetto supertestimone di Garlasco. Dopo le sue rivelazioni trasmesse dalla trasmissione Le Iene su Italia 1 (prima riferite alla Procura di Pavia), Bruscagin ha voluto replicare alle dichiarazioni dell’avvocato della famiglia Poggi, Gian Luigi Tizzoni, che aveva ridimensionato la portata delle sue parole.

Intervistato da Alessandro De Giuseppe e Riccardo Festinese, Bruscagin ha spiegato le motivazioni del suo gesto: «Ci metto la faccia – dice Gianni – in quanto sono stato diffamato pubblicamente dall’avvocato della famiglia Poggi dopo la messa in onda del servizio della settimana scorsa, quando ho parlato della rivelazione su Stefania Cappa di una donna incontrata in ospedale».

L’uomo ha anche mostrato dei bigliettini su cui avrebbe annotato quanto appreso dalla testimone: una signora di Tromello, ora deceduta. «L’ho fatto per non dimenticare. Io non ho paura di niente, ho detto la verità», ha aggiunto.

Le accuse all’avvocato Tizzoni

Secondo Bruscagin, sarebbe stato proprio l’avvocato Tizzoni a cercarlo inizialmente. «Mi ha chiamato e ci siamo visti, mi ha chiesto aiuto: il giorno dopo aver saputo di Stefania Cappa sono andato da lui, ma mi ha stoppato. Secondo lui non si poteva fare perché c’era già una pista che si stava seguendo e non mi ha detto di andare dai Carabinieri, ma ho parlato io con un colonnello che conoscevo il quale mi ha detto che rischiavo di andarci di mezzo io. Lui era di Milano, mi ha messo in allerta perché diceva che coloro che si stavano occupando del caso non erano affidabili».

Una versione che si scontra con quanto dichiarato da Tizzoni nei giorni scorsi. Il legale ha infatti affermato di conoscere “benissimo” il supertestimone, precisando che Bruscagin fosse solo «una delle tante persone che nel settembre-ottobre 2007 mi contattavano proponendo tesi, nel suo caso, proponendosi sostanzialmente come detective».

Le prime rivelazioni del supertestimone

Nel servizio precedente de Le Iene, Bruscagin aveva riferito una confidenza ricevuta anni fa da una donna residente a Tromello, località vicina a Garlasco, dove viveva anche la nonna delle gemelle Paola e Stefania Cappa. La testimone, ormai scomparsa, gli avrebbe raccontato di aver visto Stefania Cappa, non indagata, «nel panico» mentre entrava nella vecchia abitazione con «una borsa pesante». Poco dopo avrebbe udito un tonfo, come se qualcuno avesse gettato qualcosa di pesante in un canale vicino.

Queste dichiarazioni hanno spinto gli inquirenti ad avviare, proprio nel maggio scorso, nuove ricerche nella roggia di Tromello, che è stata svuotata e dragata. Tra gli oggetti ritrovati ci sarebbe anche un martello, descritto come «potenzialmente utile alle indagini». Il manufatto verrà analizzato per verificare un’eventuale compatibilità con quello che, secondo il padre di Chiara Poggi, manca ancora all’appello nella loro casa dopo l’omicidio.

Bruscagin ha sostenuto di aver tentato più volte di offrire queste informazioni ai legali della famiglia Poggi, ma senza ottenere ascolto. «Dissi all’avvocato della famiglia che avevo novità sulle gemelle Cappa, ma mi rispose che c’era già un’indagine in corso su Stasi e non si poteva sovrapporre un’altra pista», ha raccontato.

In precedenza, la trasmissione aveva mandato in onda anche un’altra intercettazione significativa: una telefonata della madre di Andrea Sempio, nella quale la donna riferiva di una presunta lite avvenuta la domenica prima del delitto tra Chiara Poggi e una delle sue cugine. Anche in questo caso, però, la donna non avrebbe assistito personalmente alla scena, ma avrebbe appreso il fatto per via indiretta.

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