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Gli Usa tornano a lanciare missili balistici intercontinentali

Gli Usa tornano a lanciare missili balistici intercontinentali

Tutte le potenze militari sperimentano nuovi ordigni ipersonici e manovrabili. Ma nessuna rinuncia ai cosiddetti “Icbm”, l’idea nazi-sovietica che, senza testate a bordo, portò nello spazio anche gli americani. Che ieri sono tornati a usarli per “colpire” un poligono nelle isole Marshall

Le Forze Spaziali statunitensi hanno dichiarato che il lancio sperimentale di un nuovo missile intercontinentale avvenuto nella serata di ieri (la prima mattina italiana) è stato pianificato con mesi di anticipo e “non è stata una risposta agli attuali eventi mondiali”. Tuttavia, anche se il missile era disarmato, si sarebbe trattato di una “dimostrazione di prontezza” dell’arsenale nucleare statunitense. Si è trattato del vettore razzo di un missile Minuteman III lanciato dalla base di Vandenberg, in California, che ha percorso 6.760 chilometri prima di impattare contro un bersaglio inerte all’interno del Ronald Reagan Ballistic Missile Defense Test Site dell’esercito americano, nell’atollo di Kwajalein, nell’arcipelago delle Isole Marshall.

Potenza, strategia e futuro dei Minuteman III

Il lancio è stato supervisionato dal Global Strike Command dell’Aeronautica Militare statunitense che ha collaborato con le unità del 90th Missile Wing (il reparto operativo) della base Warren, nel Wyoming, e del 341° Missile Wing della base aeronautica di Malmstrom Air Force, nel Montana. Gli ufficiali in comando del Global Strike Command hanno elogiato il personale che ha supportato il test, il cui obiettivo era dimostrare le capacità nucleari “terrestri”, ovvero parte dei quella che viene definita la “triade nucleare” e che include i missili lanciati dai sottomarini e dagli aeroplani.

Il Generale Thomas Bussiere, comandante del Global Strike Command dell’Usaf, in una dichiarazione della Space Force ha dichiarato: “Questo lancio di prova sottolinea che la salvaguardia del nostro territorio è mantenuta da specialisti che garantiscono la sicurezza della nazione e dei suoi alleati.” alludeva ai tecnici, operatori radar, piloti di elicottero in ricognizione, responsabili delle stazioni di osservazione e tracciamento coinvolti nell’operazione, ovvero circa 120 persone.

Quanto al missile Minuteman III, si prevede che esso sia gradualmente ritirato dal servizio entro il 2030 e sostituito da un nuovo missile balistico intercontinentale (Icbm) noto come Lgm-35 Sentinel, sviluppato da Northrop Grumman. Tali missili balistici sono alimentati da motori a razzo; lasciano l’atmosfera terrestre prima di rientrarvi tramite discese non motorizzate e nel loro volo parabolico possono percorrere oltre 5.500 chilometri. A bordo possono essere trasportate molteplici testate indipendenti (Mirv), ciascuna contenente una testata nucleare.

Origini storiche e sviluppi globali

Tuttavia, in conformità con i trattati di riduzione degli armamenti attualmente in vigore, secondo l’Usaf i Minuteman III non trasportano più testate nucleari dal 2014. La maggior parte dei vettori usati oggi percorre traiettorie balistiche (in caduta libera), ma le forze armate di tutto il mondo stanno sviluppando e collaudando nuovi tipi in grado di viaggiare a velocità ipersoniche (diverse volte la velocità del suono), e di manovrare planando verso i loro obiettivi, caratteristica che li rende molto più difficili da contrastare.

L’idea di realizzare i missili balistici intercontinentali non è però stata americana: il primo Icbm della storia fu sviluppato dall’Unione Sovietica che lo lanciò nel maggio del 1957 (nome tecnico R-7 Semyorka) utilizzando la stessa tecnologia missilistica che mandò in orbita il primo satellite artificiale al mondo, lo Sputnik. E anche loro presero spunto dalle V-2 (nome tecnico A-4) tedesche sviluppate dalla Germania nazista negli anni Trenta e Quaranta sotto la direzione del celebre scienziato Wernher von Braun. Il primo lancio di successo di un razzo V-2 avvenne il 3 ottobre 1942, mentre il programma entrò nella sua fase operativa il 6 settembre 1944 prima con un attacco contro Parigi, quindi due giorni dopo con lanci diretti verso Londra. Entro la fine della Seconda Guerra Mondiale in Europa (maggio 1945), in tutto furono lanciati più di 3.000 unità di V-2.

Recentemente dal territorio yemenita sono stati lanciati missili balistici verso Israele, ma il più grande attacco “balistico” che si ricorda avvenne il primo ottobre 2024, quando la Guardia Rivoluzionaria iraniana lanciò circa 200 missili proprio contro Israele da una distanza di circa 1.500 chilometri. Tali missili impiegarono circa 15 minuti per arrivare nella fase finale della traiettoria, venendo in gran parte neutralizzati dai sistemi difensivi israeliani. Si trattava di missili iraniani Fattah-1 e Kheybar Shekan, entrambi con una gittata di circa 1.400 km, derivati da progetti sovietici e ammodernati con tecnologia cinese e nordcoreana.

Gli Stati Uniti lanciarono il loro primo Icbm alcuni mesi dopo l’Urss. Il loro razzo era noto come Sm-65 Atlas, e alcune versioni evolute di tale progetto avrebbero poi lanciato in orbita gli astronauti del programma Mercury. Tra questi ci furono lo Atlas-Centaur che volò per oltre 40 anni, derivato direttamente dagli Sm-65, e lo Atlas V della United Launch Alliance, ancora oggi in servizio.

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